classici Taiji
Con “classici del Taiji” si intende un insieme di brevi scritti di autori ed epoche differenti, ma che hanno tutti come oggetto il Taiji.
La traduzione in lingua occidentale degli ideogrammi cinesi non è mai un lavoro semplice e in questo caso la questione è ancora più complessa per la natura “interna” del tema trattato.
In breve: le traduzioni dello stesso trattato differiscono anche molto l’una dall’altra. In questa sede presento una mia personale raccolta frutto di “taglia e incolla” da varie traduzioni. Avvisiamo quindi di non prendere troppo alla lettera quanto scritto. Provare a rileggerli a distanza di tempo verificando se con la pratica il significato diventa man mano più chiaro.
Trattato del maestro Zhang Sanfeng
In ogni movimento l’intero corpo è leggero e agile. Ogni parte del corpo è collegata a tutte le altre (in modo da formare un’unità integrata).
Attivare ed espandere il Qi (farlo vibrare come il battito di un tamburo). Lo Shen viene concentrato (condensato) internamente (verso il centro del corpo).
Non consentire alcuna imperfezione nel movimento; i movimenti sono continui, omogenei e connessi, senza alcuna interruzione o irregolarità.
Il Qi ha le sue radici nei piedi, si sviluppa nelle gambe, è controllato dal bacino/vita, (sale lungo la schiena) e si esprime attraverso le dita.
Dai piedi alle gambe fino al bacino/vita c’è un’unità perfetta. Questo consente di avanzare o retrocedere con tempismo e in equilibrio mantenendo la posizione più favorevole. In caso contrario si perde il controllo dell’intero sistema corporeo. Il difetto va ricercato nella gambe e nel bacino/vita. Questo principio va applicato in qualsiasi direzione.
Si tratta di Yi (mente, intenzione, consapevolezza interiore) e non di forme esterne.
Ciò che è alto non può essere disgiunto da ciò che è basso, né la destra può andare senza la sinistra, né il davanti senza il dietro.
Se l’intenzione è di andare in alto il pensiero è rivolto verso il basso. Come quando si vuole cogliere una pianta: pensando allo sradicamento cadrà più in fretta.
Vuoto e pieno sono distinti chiaramente.
L’intero corpo è collegato, articolazione per articolazione, senza la minima discontinuità.
La lunga forma fluisce incessantemente come un grande fiume.
Gli otto Cancelli sono: parare, ritirarsi ruotando, premere, spingere, tirare verso il basso, dividere, colpo di gomito e colpo di spalla. I primi quattro Cancelli rappresentano le quattro Direzioni Cardinali sud, nord, ovest ed est. Gli ultimi quattro Cancelli riflettono nell’ordine i quattro Angoli: sud-ovest, nord-est, sud-est, nord-ovest.
I cinque Passi sono: avanzare, ritirarsi, guardare a sinistra, fissare a destra ed equilibrio centrale. Questi passi equivalgono ai cinque elementi che sono: metallo, legno, acqua, fuoco e terra.
Gli otto Cancelli più i cinque Passi formano le tredici Posizioni del Taiji Quan.
Trattato del maestro Wang Zongyue
Il Taiji nasce dal Senza Limiti (Wuji); esso è la madre dello Yin e dello Yang. Nel movimento, Yin e Yang si separano; nel riposo si uniscono.
Non andate troppo lontano né troppo poco lontano. Piegatevi quando (l’avversario) si tende e viceversa (il corpo in moto deve seguire una curva per ampliare il movimento).
Vincere il forte e il duro tramite la delicatezza e la morbidezza viene detto Tsou o condurre evadendo (seguire, ritirarsi). Rimanere nella posizione favorevole lasciando l’avversario in svantaggio (rimanendo attaccato all’avversario seguendolo nella stessa direzione) è definito Nien o aderire.
Veloci risposte a veloci azioni; lente risposte a lente azioni. Sebbene le variazioni siano innumerevoli il principio rimane lo stesso.
La comprensione progressiva di ciò che è l’energia interna (Jin) si raggiunge con la pratica continua. Solo sforzi prolungati potranno condurre al punto in cui l’energia spirituale è luminosa (consapevolezza spontanea).
Vuoti e agili, mantenendo l’energia nel sincipite (la nuca vuota e il capo come se fosse sospeso dall’alto) e il qi raccolto nel dan tien.
Mantieni una posizione centrata senza pendere né da una lato, né dall’altro. I tuoi movimenti devono essere in costante mutamento dal sostanziale all’insostanziale.
Quando l’avversario attacca a sinistra quel lato dovrebbe svuotarsi; questo principio è valido anche per il lato destro. Quando attacca verso l’alto, andate ancora più in alto di lui; quando attacca verso il basso, scendete ancora più in basso. Quanto più avanza, tanto più sente la distanza aumentare rapidamente (non può raggiungerti); quanto più si ritira, tanto più la distanza sembra diventare sempre più corta (non può sfuggirti).
Il corpo diviene così sensibile che la più piccola piuma viene percepita, e così cedevole che neanche una mosca vi si potrà posare.
Il tuo avversario non può individuare le tue intenzioni, ma tu puoi anticipare le sue.
Se riesci ad ottenere questo livello di sensibilità non c’è forza fisica che possa sconfiggerti.
Esistono molte scuole di combattimento. Sebbene siano diverse per quanto riguarda le forme dei movimenti, non vanno oltre la convinzione che la forza vince la debolezza e che la velocità vince la lentezza. Questo, tuttavia, è il risultato di capacità naturali innate e non il frutto d’uno studio approfondito e costante.
La forza e la velocità, tuttavia, non possono spiegare come si possa “controllare 1000 libre con 4 once”, né come possa un anziano signore sconfiggere un gran numero di attaccanti insieme.
Rimani come un piatto di bilancia in equilibrio e muoviti attivamente come una ruota.
Se mantieni la connessione su di un lato puoi essere fluido; se mantieni la connessione su entrambe le gambe contemporaneamente diverrai stagnante.
Sono molti coloro che hanno studiato il Taiji Quan per vari anni e che continuano ad essere sopraffatti da altri; questo avviene a causa dell’errore del doppio peso.
Per eliminare questo errore è necessario conoscere la relazione tra Yin e Yang. Aderire (Nien) è ritirarsi (Tsou) e ritirarsi è aderire. Lo Yin non può essere separato dallo Yang e viceversa; quando lo Yin e lo Yang si completano mutuamente si potrà comprendere in modo giusto l’energia tenace (Tong-Chin).
Se si comprende bene il Tong-Chin, più si esercita l’abilità, più la si acquista. Comprenderai in silenzio e sperimenterai spontaneamente, fino a che potrai agire con la sola volontà.
L’idea fondamentale è che bisogna dimenticare se stessi (arrendersi) e seguire l’avversario.
I più invece, ignorano principi tanto ovvi e semplici e vanno alla ricerca di un metodo remoto e poco pratico. È il cosiddetto errore della piccola divergenza che, se gli consenti di svilupparsi, diventerà una grande distanza.
La comprensione arriva a chi si dedica assiduamente allo studio.
Trattato del maestro Wu Yu-Hsing
La mente dirige il Qi. Lascia che il Qi affondi profondamente e che aderisca al corpo. Col tempo potrà essere raccolto nelle ossa (nel midollo osseo).
Quando il Qi circola liberamente nel corpo senza alcun ostacolo, esso può facilmente seguire la mente (volontà).
Se si coltiva il Qi, lo spirito di vitalità (Shen) potrà sollevarsi. Si può sentire che la propria testa è come sospesa dall’alto; così si evita ogni lentezza e goffaggine.
La mente e il qi devono coordinarsi e mescolarsi con l’interscambio fra sostanziale e insostanziale, così da sviluppare una tendenza attiva.
Quando viene trasferita la forza interna, l’energia deve essere radicata profondamente, rilasciata completamente e diretta in una sola direzione.
Durante la pratica il corpo deve rimanere ben eretto, centrato, equilibrato e rilassato, capace di rispondere immediatamente a un attacco proveniente da qualsiasi direzione.
Far circolare l’energia interna è come un filo che passa agevolmente e senza ostacoli in una perla con nove percorsi.
L’energia è messa in azione come acciaio temprato oltre cento volte, capace di distruggere ogni oggetto.
Si deve apparire come l’aquila che si lascia portare serena dal vento e in un istante si avventa sulla preda. Lo spirito come un gatto a caccia di un topo.
Si rimane immobili come una montagna, si fluisce come la corrente di un fiume.
Raccogliere l’energia interna è come tendere una arco; rilasciarla, come scoccare una freccia.
Ricerca la linea retta nella curva, accumula la forza prima di sprigionarla.
Il trasferimento della forza deriva dalla spina dorsale. I passi variano in accordo con il variare delle posizioni del corpo.
Ritirarsi è anche attaccare e viceversa. Se il Qi viene qualche volta interrotto deve essere immediatamente ripristinato.
Spostandosi avanti e indietro il corpo intero è come una fisarmonica che si apre e si chiude. Avanzando o indietreggiando si deve ruotare il corpo e variare i passi (cambia la posizione in modo dinamico e molteplice).
Estrema morbidezza porta a estrema durezza.
La prontezza (movimento libero e flessibile) arriva con la giusta respirazione.
Il Qi deve essere coltivato naturalmente così che non se ne avrà alcun danno.
Il Qi è immagazzinato muovendosi in curve.
La mente (Yi) è il comandante, il Qi la bandiera e il bacino/vita è l’asta.
Nel perfezionare le forme, inizia con movimenti ampi ed estesi che, col tempo, diverranno ristretti e concentrati.
[…]
Viene detto: prima esercita la mente, poi disciplina il corpo. Mantieni l’addome completamente rilassato; lascia che il Qi permei le ossa (si condensi nel midollo osseo). Pacifica lo spirito e calma il corpo. Presta attenzione costante alla mente.
Ricorda che quando una parte del corpo si muove, tutto il corpo si muove; quando una parte è ferma, tutto il corpo è fermo.
Quando avanzi o arretri nella pratica spingere con le mani, il qi aderisce alla schiena e si raccoglie nella spina dorsale.
Ci si concentra internamente sul proprio spirito (Shen), mentre all’esterno si è pacifici.
Cammina come un gatto; metti in movimento la tua energia come se dipanassi un filo di seta dal bozzolo.
Tutto il corpo deve essere controllato dalla mente e dallo spirito (Shen). Non cercare di controllare il corpo esclusivamente tramite il respiro (Qi), perché così facendo renderai i movimenti lenti e pesanti. Quando si dimentica il respiro l’energia diventa forte come l’acciaio.
Il Qi come la ruota di una carro e il bacino/vita come il mozzo centrale.
È detto: se l’avversario non si muove tu rimani fermo, ma al più piccolo movimento tu l’hai già anticipato.
Il qi deve rimanere in uno stato di equilibrio tra il rilassato e il non-ancora-rilassato, l’esteso e il non-ancora-esteso. Anche se la forza interna si interrompe, la mente deve rimanere costantemente in azione.
I dieci principi essenziali del Taiji Quan dettati da Yang Chengfu e scritti da Chen Weiming
- essere vuoti e agili e mantenere l’energia nel sincipite
- tirare leggermente in dentro il petto [svuotare la cassa toracica] e tendere la schiena
- rilassare la vita
- distinguere il “pieno” dal “vuoto”
- abbassare le spalle e lasciar cadere i gomiti
- usare il pensiero creatore e non la forza muscolare
- collegare l’alto e il basso
- unire l’interno con l’esterno
- legare i movimenti senza interruzione
- cercare la calma in seno al movimento
COMMENTO al 2: Probabilmente c’è un errore di traduzione. “tirare leggermente in dentro il petto” andrebbe tradotto “svuotare la cassa toracica”, ma questo si intende internamente e non esternamente. Il petto non va incavato ma svuotato dall’interno con la sensazione di un palloncino gonfio.
La canzone delle tredici posizioni
- Non trascurare alcuna delle tredici posizioni.
- La fonte della volontà è il bacino.
- Dai attenzione ai più leggeri cambiamenti del pieno e del vuoto.
- Lascia fluire il qi costantemente attraverso l’intero corpo.
- La calma realizza il movimento, il movimento nasce dalla calma.
- Ricerca la tranquillità nel movimento.
- Accadranno cose sorprendenti quando incontrerai il tuo avversario.
- Dai consapevolezza e intenzionalità a ogni movimento.
- Quando tutto è eseguito correttamente non vi sarà sforzo.
- Presta attenzione tutto il tempo al bacino.
- Solo con l’addome libero e leggero il qi può essere attivato.
- Se il coccige è eretto, lo shen sale fino alla sommità del capo.
- Il corpo dovrebbe essere flessibile.
- Tieni la testa come se fosse sospesa a una corda.
- Sii all’erta e ricerca il senso della finalità del Taiji Quan.
- Curvo e stirato, aperto e chiuso.
- Lascia che la natura abbia il suo corso.
- I principianti sono guidati dall’insegnamento orale.
- Gradualmente ci si applica sempre di più.
- La destrezza si prenderà cura di se stessa.
- Qual è il principio basilare del Taiji Quan?
- La mente è l’attore principale, il corpo quello secondario.
- Quali sono il proposito e la filosofia che animano il Taiji Quan?
- Il ringiovanimento e il prolungamento della vita oltre il suo normale corso.
- Come un’eterna primavera.
- Ogni parola di questa canzone ha un valore e un’importanza enormi.
- Se non riuscirai a seguire perfettamente questo canto,
- il tuo tempo volerà via.